Letta-Tremonti, prove di larghe intese sul lago «Patto su 4 temi». «Sì, lavoriamo insieme»
di Federico Fubini e Paola Pica
su Corriere della Sera del 06/04/2008
Già a porte chiuse, spiazzando la platea del workshop Ambrosetti, avevano iniziato quello che poi un imprenditore ha definito «un minuetto». Sarà che Giulio Tremonti e Enrico Letta, avversari in politica, hanno una consuetudine nell' Aspen Institute, del quale sono il presidente e il vice. Ma certo chi si aspettava un duello è andato deluso e ha assistito a uno scambio di opinioni al ritmo di «caro Enrico», «caro Giulio». Non erano prove tecniche di quella «grande coalizione» che Tremonti ha rivendicato ieri di aver evocato per primo nel 2003 in Germania. Quella, ovviamente, anche Letta la esclude. Ma quando i due esponenti degli opposti schieramenti si presentano per una conferenza stampa congiunta si capisce che quel «minuetto» ha della sostanza. «Ho fatto a Tremonti una proposta - dice subito Letta -: un patto fra le tre principali forze politiche su quattro grandi temi da affrontare dopo le elezioni, chiunque vinca». La lista non è nuova: legge elettorale, superamento del bicameralismo perfetto, riordino e rafforzamento delle authority, riassetto delle competenze per riportare al centro i poteri su energia e infrastrutture che nel 2001 passarono alle Regioni. Dossier sui quali Tremonti lancia le sue frecciate, ma non chiude la porta: «Ci avete fatto perdere otto anni, almeno chiedeteci scusa. Ma queste sono cose giuste, le faremo insieme comunque». Perché, aggiunge, quando si tratta di cambiare la Costituzione «più si è, meglio è». Sulla legge elettorale l' ex ministro apre uno spiraglio. «Può essere cambiata ma non demonizziamola: senza il potere di lista nelle mani del leader, neanche il Pd sarebbe stato così nuovo». La sintonia Letta-Tremonti sembra andare oltre le riforme. Letta chiede che la prossima legislatura sia «costituente di una nuova cornice salariale»: «Leghiamo le retribuzioni alla produttività e al costo della vita dei diversi territori». E neanche su questo Tremonti si sfila. «Abbiamo già nel programma incentivi fiscali per la produttività a livello aziendale», per esempio sugli straordinari. La catena delle convergenze in stile Aspen non si spezza sul caso Alitalia. Tremonti e Letta si punzecchiano solo un po' . «La concentrazione di Alitalia in un grande gruppo pubblico europeo va bene ma a condizione che questa conservi identità e valore» e che non comporti «un esproprio» osserva Tremonti. Letta lo interrompe: «Trovo ragionevoli queste parole, peccato che siano diverse da quelle di Berlusconi». Tremonti sorride dichiarandosi invece «fedele interprete» del pensiero del Cavaliere ma avverte: «Quando l' accordo sarà pubblico, lo valuteremo». Nel dibattito a porte chiuse il centrista Udc Bruno Tabacci si era visto costretto a reagire. «Prendo atto del fair play - dice agli imprenditori - ma è una finta: i veri volti dei Poli sono quelli di Berlusconi e della coalizione dell' antiberlusconismo».
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