giovedì 17 gennaio 2008

Veronesi sulla vicenda del Papa alla Sapienza

PAPA: VERONESI, RIFLETTERE SU ROTTURA FRA GIOVANI SCIENZIATI E CHIESA =
A 'L'ESPRESSO', FRA LE RAGIONI LA CRESCENTE INGERENZA VATICANA
NELLA VITA PUBBLICA

Roma, 17 gen. (Adnkronos) - "La vicenda del no di Papa Ratzinger alla visita a La Sapienza non e' uno scandalo a cui gridare, ma un segnale di disagio importante su cui riflettere". Lo afferma
l'oncologo Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia, in un'intervista a "L'Espresso", pubblicata sul numero in edicola da domani. "Dobbiamo domandarci -esorta Veronesi- quali sono le ragioni del gesto ribelle, che denuncia una rottura
apparentemente insanabile fra i giovani scienziati e la Chiesa".

"Le lamentele giovanili riguardano le vicende della vita pubblica degli ultimi anni nel nostro Paese caratterizzate da una crescente ingerenza della Chiesa. E questa -sottolinea Veronesi- puo'
essere la prima motivazione. Basta pensare al referendum sulla modifica alla legge sulla fecondazione assistita del 2005. Il mondo cattolico ha espresso a pieno diritto il suo pensiero: cio' che e' grave, pero' e' che non ha raccomandato ai fedeli di votare si' o no in base alle proprie convinzioni, ma di astenersi dal voto. Questo e' stato vissuto allora come un invito a non partecipare alla vita politica e a non esercitare un diritto/dovere fondamentale di ogni
cittadino, minando i principi della democrazia".

"Una seconda ragione su cui i movimenti giovanili insistono e' -ricorda Veronesi- la posizione antiscientifica sistematicamente assunta dalla Chiesa su alcuni dei risultati piu' significativi della ricerca mondiale. Mi riferisco allo studio delle cellule staminali embrionali, alle possibilita' della diagnosi pre-impianto e in generale alla genetica applicata all'uomo, ma soprattutto all'opposizione all'evoluzionismo. Ogni volta i giovani si domandano se e' giusto impedire la ricerca in nome di un'ideologia o una fede. Si chiedono perche' il nostro Paese langue nell'immobilismo e perche' devono andare all'estero per studiare, se scelgono di realizzarsi in una scienza laica".

"La terza ragione, che alla seconda concettualmente si lega, e' da ricercare nelle posizioni cosiddette etiche della Chiesa -prosegue l'oncologo- Negli ultimi anni abbiamo assistito a un no anch'esso sistematico agli anticoncezionali, all'uso dei preservativi, alla RU 486 per l'interruzione di gravidanza meno traumatica, al testamento biologico e all'autodeterminazione delle persone. Posizioni da rispettare in quanto espressioni coerenti di una fede, ma che invece di rimanere tali, influenzano l'evoluzione giuridica del Paese".

"Consideriamo anche che questa storia recente si innesta su un passato, nell'ultimo secolo, caratterizzato dalla forte opposizione della Chiesa ad alcune grandi conquiste sociali. Pensiamo -elenca Veronesi- al divorzio, all'aborto o addirittura, andando piu' indietro nel tempo, all'istruzione per tutti e, piu' recentemente, all'insegnamento di Darwin nelle scuole".

"A mio parere la frattura fra Chiesa e mondo scientifico-laico non e' irrecuperabile. Esiste -afferma Veronesi- una possibilita' di dialogo e uno dei compiti della scienza e' proprio
quello di trovare dei terreni comuni per un'alleanza, come e' dichiarato nella Carta di Venezia, il documento sottoscritto dai partecipanti alla prima Conferenza mondiale sul Futuro della scienza,
promossa dalla fondazione che porta il mio nome. La Chiesa operante, quella che si batte contro la poverta', la fame, la pena capitale, si impegna in campi comuni alla scienza ed e' animata dallo stesso spirito umanitario".

Nessun commento: