mercoledì 23 gennaio 2008

Articoli su cosa rossa

1) http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=get_filearticolo&IDArticolo=16531
2)
Cosa rossa
Sd, la minoranza contro i minoritari
Arcobaleno Insieme turandosi il naso. Oggi parte la campagna contro le testate nucleari. Ma mai dire bozza Bianco
Daniela Preziosi
Roma -IL MANIFESTO

Non sono i tempi migliori, quelli che corrono nella Sinistra arcobaleno. Dopo due giorni di litigi sulla bozza Bianco (Prc e Sd favorevoli, verdi e Pdci pronti all'ostruzionismo nel caso venga votata), ora cominciano le divisioni all'interno delle stesse forze della sinistra arcobaleno. Tutti in attesa del d-day di Prodi, mercoledì prossimo, il giorno del voto al senato della bozza Bianco e della mozione di sfiducia al ministro Pecoraro Scanio.
Ieri ha battuto un colpo un gruppo di parlamentari e sindacalisti di Sinistra democratica. Segnalando «luci e ombre» degli stati generali della sinistra. Più le ombre, a dire il vero. «O cambiamo registro tutti, sinistra compresa, oppure saranno inevitabilmente altri a prendere nelle proprie mani le chiavi del governo e del futuro del paese», dice il documento.
I firmatari pongono sei «snodi» (dai rifiuti di Napoli al conflitto fra politica e magistratura, dalla questione sociale ai conti pubblici, dalla legge elettorale alla legalità) alla discussione del prossimo direttivo del 25 gennaio. Ma le questioni dirimenti sono due: primo, lo stallo del cammino della sinistra unita. «La forma federativa sta stretta: è una soluzione tattica più che un impegno strategico, che viene rimarcata dalle divisioni sulla riforma elettorale». Secondo, ma cruciale, il rapporto con il mondo del lavoro. «Si impone una nuova politica di concertazione, un patto con il mondo del lavoro e con il sindacato. Troppo spesso, infatti, il governo viene vissuto non come occasione politica importante di scelta strategica, ma come campo di battaglia conflittuale». Insomma troppo «spirito rivendicativo» nella verifica, con «il rischio di rotture minoritarie».
La critica è al legame, percepito come esclusivo, della Cosa rossa con la Fiom. Fra i firmatari ci sono infatti i segretari nazionali della Cgil Carla Cantone, Morena Piccinini e Paolo Nerozzi, il segretario della Cgil Scuola Enrico Panini, il segretario della Funzione pubblica Cgil Carlo Podda; il segretario della Cgil Lazio Walter Schiavella e il presidente dell'Inca nazionale Raffaele Minelli. E poi alcuni deputati, il sottosegretario Famiano Crucianelli, l'economista Paolo Leon, il giurista Felice Besostri. «Il rapporto con il lavoro è una scelta strategica. E non si può fare senza partire da un rapporto forte con i sindacati, con la Cgil soprattutto», spiega Nicola Manca, uno dei firmatari.
Nel documento si affronta anche il tema della collocazione internazionale. La «naturale collocazione» della sinistra arcobaleno «è «nel Pse», quel Pse a cui il Pd non può aderire e che quindi è un territorio di interlocutori e alleanze che non dovrebbero andare disperse. La differenze con il Prc, il principale azionista dell'arcobaleno, non sono da poco. Su tutto tranne che sulla legge elettorale, che però è il vero scoglio su cui si stanno infrangendo - almeno per ora - i sogni unitari. «Pdci e verdi non accettano la bozza Bianco? Posto che il referendum va scongiurato a tutti i costi, loro quale alternativa propongono?», ragiona ancora Manca.
Separati nella Casa rossa, i quattro partiti continuano comunque il loro cammino di iniziative comuni. Oggi a Roma verrà presentata una campagna contro le testate nucleari in Italia. Una legge di iniziativa popolare che sarà lanciata da Franco Giordano, Manuela Palermi, Fabio Mussi e Angelo Bonelli per chiedere di non ospitare le 90 testate nucleari presenti nel nostro paese nelle basi Nato di Aviano e Ghedi. Su questo i quattro sono d'accordo. E anche su altro. Purché nessuno dica legge elettorale.

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