SINISTRA: NICHI VENDOLA, IL NOSTRO SBAGLIO TROPPO ODIO =
COSI' ERANO I COMUNISTI ORA SMETTIAMOLA, SONO CATTOLICO E GAY
SENZA SENSI DI COLPA
Roma, 14 mag. (Adnkronos)- "Vengo da una cultura politica che ha
molto odiato. E non voglio piu' odiare". Nichi Vendola, governatore
delle Puglie, l'uomo che si e' candidato alla successione di Fausto
Bertinotti alla guida di Rifondazione, traccia cosi', in una lunga
intervista a "La Stampa", la sua idea e la sua filosofia di una
sinistra diversa. E riguardo il suo impegno nel salvataggio di
Rifondazione, afferma: "Non e' la prima volta che mi trovo ad
incarnare il ruolo di chi partecipa a sfide impossibili. Dal punto di
vista del rischio non sono turbato".
"Credo sia giusto adattarsi ad una condizione completamente
nuova come quella di un partito schiantato e mettere a disposizione la
mia immagine la cui popolarita' e' molto oltre il recinto di
Rifondazione per tentare un operazione che dica: la salvezza del mio
partito non e' un'operazione di restauro ma e' la capacita' di
riaprire il cantiere dell'innovazione politico culturale", dice
Vendola che si definisce "un cattolico ed un gay senza sensi di
colpa". Quindi sul risultato elettorale taglia corto: "Difficile
immaginare che potesse andare peggio".
"I nostri problemi -afferma Vendola- vanno affrontati di petto,
senza cercare capri espiatori. Se c'era la falce e martello? se non
c'era Veltroni? argomenti da talk show". "Non c'e' stato -ricorda- un
commento dell'Arcobaleno alla sconfitta. Ognuno in ordine sparso ha
commentato e si e' tirato indietro. Prova che l'Arcobaleno non c'era,
era un'illusione ottica, una cosa posticcia e artificiosa. Agli
elettori siamo apparsi un residuo, un cimelio, un cumulo di velleita'
e di inefficacia". (segue)
E Vendola, definito immagine vincente di
Rifondazione, commenta: "Sono stato il simbolo di una somma di
minoranze che non si sono poste in termini minoritari. Comunista, gay,
cattolico dell'estrema sinistra? tutti filoni eterodossi. La sfida e'
stata identificare un nuovo popolo. Si vince e si perde solo ed
esclusivamente sul piano dell'ideologia". E se si avanza l'ipotesi che
le ideologie non hanno piu' spazio, il governatore delle Puglie taglia
corto: "E' incredibile quello che scrivono i soloni?i Galli della
Loggia, i Panebianco?".
"E il berlusconismo che cos'e'? La favola bella che cuce
l'Italia delle mille corporazioni non e' una straordinaria operazione
ideologica? Berlusconi a quest'Italia cosi' spaventata, regredita,
ferita offre sogni e paure. I sogni dell'Isola dei Famosi e le paure
dell'immigrato. Un mix straordinario" afferma, riconoscendo che la
sinistra ha offerto in contrapposizione "Un discorso debole,
ridondante, incapace di capovolgere l'ideologia berlusconiana".
Contrapporre a Berlusconi un Veltroni leader nei prosimi anni
della sinistra solleva scetticismo in Vendola: "Veltroni ha scelto un
cammino che lo allontana dalla sinistra. Espellere la centralita'
della questione del lavoro dalla propria cultura politica significa
recidere le radici sociali dell'essere di sinistra". Per Vendola il
progetto Veltroni "e' stato scardinato completamente. L'unico elemento
di vittoria e' la scomparsa della sinistra. Il vento di destra lo ha
travolto", ma riguardo la leadership del leader del Pd e' convinto che
non ci sia alcun rispetto all'esito elettorale. "Siamo all'inizio di
un percorso dagli esiti insondabili" dice. (segue)
(Adnkronos)- "La bussola di Veltroni -dice Vendola- e' un mix di
radicalismo etico e moderatismo politico. C'e' l'Africa ma non c'e' la
precarizzazione del mercato del lavoro. C'e' la sete del mondo ma non
c'e' la privatizzazione dell'acqua in Italia". E la presunta stagione
di Cofferati leader della sinistra, per il governatore "Si tratto' di
una abbaglio e di un'illusione ottica. Ho letto i discorsi di
Cofferati e ne ho tratto un'impressione di superficialita' e
schematismo. Sotto il vestito niente". "Cofferati -sottolinea- e'
quello dei lavavetri. Ha anticipato, per molti versi, la conversione
neomoderata del Pd e la sussunzione di pezzi interi della cultura
tipica della destra".
Per Vendola, essere comunisti oggi "Vuol dire porsi molte
domande, sapere che la qualita' della vita e' sempre legata alla
condizione del lavoro, allo sfruttamento. Evitare qualunque feticcio
politico. Una visione feticistica della politica e' quanto di meno
comunista ci possa essere. Mummie, naftalina, asfissia, gulag".
"Esistono -aggiunge- molti piu' proletari che nel passato, in forme
nuove". E chiamato al gioco della torre, butti giu' Rizzo o Diliberto,
non ha dubbi: "Non c'e' bisogno che dica io delle cose orrende di
Rizzo, basta lui. Parla da solo. E' impresentabile". Mentre "Bondi e'
simpaticissimo" e "fa tenerezza. Cicchitto e' fastidioso" e la Binetti
" e' sempre meno un corpo estraneo all'interno del Pd".
Quindi ricorda la sua rubrica 'Il dito nell'occhio' su
'Liberazione, dicendo: "La leggevano tutti... Ho meritato alcuni
attacchi di Giampaolo Pansa. Fu abbastanza sgradevole. Ma non voglio
entrare in polemica di nuovo con Pansa. Perche' e' livoroso, e'
cattivo. Ha perso la trebisonda. Insulta. Dopo essere stato piu' o
meno interno al Pci, e' diventato anticomunista. Ma ha trattenuto una
specie di virus stalinista, uno stalinismo della semplificazione,
della politica spettacolo". "Vengo da una cultura politica che ha
molto odiato. E non voglio piu' odiare" aggiunge. (segue)
Vendola, infine, parla di se stesso, del suo essere
cattolico e gay. "Mio padre ci rimboccava le coperte fino a 18 anni
chiedendoci 'Avete fatto le preghiere?'" ricorda e, parlando di Papa
Benedetto XVI afferma: "Non posso dire di essere incoraggiato da
questo inizio di pontificato. Quello che mi delude soprattutto e'
l'eccesso di dimestichezza della Chiesa con i poteri temporali. E il
suo bisogno di avere successo. Di misurare i rapporti di forza nelle
piazze. Io amo molto un'idea catacombale della Chiesa".
Il suo coming out, ricorda ancora avvenne "nel sessantotto, a
vent'anni. A Terlizzi che non era Roma. Fu un massacro sociale,
politico, familiare" ma niente di diverso a quanto ha riferito lo
stesso Grillini nella sua Romagna. Anzi, Vendola sottolinea che "il
Sud da questo punto di vista e' sempre stato piu' avanzato" Mentre per
metteere in equilibrio la formula gay e cattolico, dice che "basta
bonificare la propria spiritualita' dai sensi di colpa".
Sulle posizioni rispetto all'omosessualita' assunte da
Buttiglione e da Tremaglia, Vendola ritiene che sianno "due sfumature
della stessa paura. L'omofobia puo' essere esercitata con la grevita'
del linguaggio da caserma di Tremaglia o con le sepolcrali ipocrisie
di Buttiglione". Infine sui magistrati Forleo e De Magistris taglia
corto ancora: "Non mi piacciono i magistrati da talk show, e'
giustizia di piazza".
mercoledì 14 maggio 2008
Il manifesto di Nichi Vendola
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