domenica 24 febbraio 2008

Quanto pesa Sinistra Democratica

Sd perde pezzi e voti ma acquista peso nell'Arcobaleno

di GIANNI DEL VECCHIO

su Europa del 20/02/2008

COSA ROSSA. «TAVOLO TECNICO SULLE LISTE CONVOCATO AD OLTRANZA. SINISTRA DEMOCRATICA SPUNTA PIÙ POSTI DEL PREVISTO

Un partito nato da poco, che ancora non ha avuto modo di misurarsi elettoralmente, che alcuni sondaggi danno attorno l'uno per cento e che sconta una costante emorragia di dirigenti e sostenitori. Insomma, un partito in ginocchio, ma che intanto è riuscito a spuntare più posti nelle liste rispetto al suo peso reale. Stiamo parlando di Sinistra democratica e delle grandi manovre delle ultime ore per ottenere più spazio possibile nelle fila della Sinistra arcobaleno. Il partito di Mussi infatti deve fare i conti con le continue defezioni da parte dei propri uomini, e cioè chi l'anno scorso non ha creduto al progetto del Pd e ha preferito dar vita a un soggetto che facesse da collante fra sinistra radicale e riformista. È notizia di ieri che anche Olga D'Antona, la moglie del giusla-vorista assassinato dalle Brigate rosse, ha abbandonato Sd per andare a ingrossare il movimento guidato dall'ex sottosegretario agli esteri, Famiano Crucianelli. Un movimento che ha come obiettivo quello di rafforzare l'ala sinistra del Partito democratico e che domenica si presenterà agli italiani, "battezzato" da Veltroni in persona e dal segretario generale della Cgil, Epifani. Proprio la presenza della Cgil, che si concretizza nell'adesione del segretario confederale Paolo Nerozzi. è il vero valore aggiunto della costituenda associazione, soprattutto sotto il profilo del pacchetto-voti che sottrarrà a Sd per portarlo in dote al Partito democratico. Ma non solo. Crucianelli è anche l'editore della rivista Aprile e del connesso sito internet, due media molto conosciuti e frequentati dalle parti della Sinistra arcobaleno. E che da oggi e fino alle elezioni non si occuperanno più solo di Cosa rossa e dintorni. «La missione editoriale è cambiata - sottolinea Crucianelli - e deve cambiare anche la collocazione. Fino alle elezioni Aprile resterà equidistante fra Pd e Cosa rossa, con Giovanni Berlinguer a fare da garante. Ma a maggio ci sarà un ripensamento complessivo».
Insomma, il progetto di Mussi segna il passo, in crisi di uomini, mezzi e prospettive. Nonostante ciò, è riuscito a strappare agli altri partiti dell'Arcobaleno più posti in lista del previsto, grazie a un aut aut nella notte fra lunedì e martedì. Alla fine la percentuale di nomi nelle liste sarà questa: 45 per cento Prc, 19 a testa Verdi e Pdci, 17 per Sd. Un 7 per cento in più per gli uomini di Mussi rispetto al 10 di partenza. Il che, tradotto nei numeri della camera, significa passare da sei a nove deputati. Un ottimo risultato, soprattutto se si pensa che è stato ottenuto in tempi di vacche magre. Si prevede infatti che la pattuglia arcobaleno sia destinata quasi a dimezzarsi alla camera: dai 91 attuali a poco più di 50.
E infatti il clima di austerity sta mettendo in forte difficoltà la stessa Rifondazione. Per sua stessa ammissione, l'attuale capogruppo al senato Russo Spena corre il rischio di restare fuori dal parlamento: «Fra il principio della parità di genere e circa il 20 per cento di candidati indipendenti, il numero di seggi disponibili si riduce di molto». Oltre all'alternanza uomo-donna e la presenza di candidati esterni ai partiti (su questo punto ogni forza farà da sé), altro elemento di accesa discussione al tavolo tecnico che si occupa del nodo liste è l'introduzione del tetto massimo di due legislature, caldeggiato soprattutto da Giordano. Alla fine dovrebbe passare, seppur con un meccanismo che permetta un certo numero di deroghe.


E Da APRILE ONLINE

Governare da Sinistra

E.S., 24 febbraio 2008, 14:04

Governare da sinistra Politica Al Teatro Capranica un incontro dal titolo "Per una sinistra di governo", al quale partecipano con i loro interventi Walter Veltroni e Guglielmo Epifani. L'obiettivo è quello di raccogliere esperienze e contraddizioni, in una sintesi utile alla costruzione di un paese diverso, che esige nuove visioni politiche e urgenti soluzioni sociali



Si inizia di mattina presto per essere domenica, ma al Teatro Capranica la sala si riempie in poco tempo. L'occasione è l'incontro "Per una sinistra di governo", promosso da alcune componenti politiche (già Sinistra democratica) e una fetta di sindacato Cgil, con l'intenzione di discutere e confrontarsi con il progetto-Pd, dentro e fuori lo stesso partito. Sul palco Famiano Crucianelli e Paolo Nerozzi, insieme a Olga D'Antona e Massimo Cialente, che partono proprio dalla scelta di non proseguire la loro esperienza dentro Sinistra democratica. In prima fila (puntualissimi) gli invitati speciali della giornata, Walter Veltroni e Guglielmo Epifani.

"Sinistra democratica non è mai stata negazionista -è l'esordio di Crucianelli-: ma il suo progetto politico non ha mantenuto le aspettative". Al centro di alcune polemiche emerse in queste settimane, il sottosegretario agli esteri chiarisce: "Malgrado quanto detto e scritto negli ultimi giorni, non ho alcuna intenzione di candidarmi; e la scelta di avviare un confronto con il programma e il progetto del Pd scaturisce soprattutto dall'esigenza di evitare quello che per il paese sarebbe un disastroso ritorno del governo Berlusconi, al quale si deve contrapporre una forza capace di cogliere l'onda profonda del cambiamento. Un'esigenza collettiva che può portare a risultati sorprendenti, come fuori d'Italia dimostrano i successi Obama e le recenti elezioni nel territorio dell'Assia". La chiusura di Crucianelli, ricordando l'impegno di una sinistra da costruire non più soltanto nei termini di una delimitazione fatta "con i paletti", ma che respiri le aspirazioni e le priorità del nuovo secolo, torna sul rapporto con Sd: "Voglio fare i più sinceri auguri a Fabio Mussi per una pronta guarigione e un ritorno immediato all'attività politica, ricordando che quando ci si separa non dobbiamo far diventare primo nemico quello che è stato il nostro convivente".

A seguire Paolo Nerozzi, il quale gira direttamente a Veltroni una serie di questioni da affrontare con urgenza, quello del lavoro su tutti nelle sue varie declinazioni, da quello pubblico (citando la legge D'Antona del '98) alla scuola e la formazione come passaggi fondamentali per migliorare la qualità delle professioni, senza dimenticare, tra i temi sociali di stringente attualità, su tutti la violenza psico-fisica consumata a Napoli in materia a proposito di "194".
Nerozzi ripercorre i vari passaggi che hanno determinato una rottura tra parti della sinistra e del sindacato: "Se oltre cinque milioni di lavoratori avevano votato il referendum giudicando positivo l'accordo sul Welfare del 23 luglio, si doveva rispettare quella scelta, cogliendo il segno dei tempi. Cosa che invece, con la manifestazione del 20 ottobre, non è stata fatta. L'otto e nove dicembre, a quel punto, ha finito con il rappresentare un punto di non ritorno".

Arriva il momento del segretario del Pd.
Veltroni non si dice affatto sorpreso della presenza di così tante persone in un orario e una giornata così insoliti, perché "conosco voi e la vostra passione politica, per questo speravo che ci saremmo ritrovati. E aggiungo che in questi miei primi giorni di viaggio nelle province italiane (undici delle centodieci previste), ho incontrato migliaia di persone, giovani in particolare che non si avvicinavano alla politica da molto tempo, o non lo avevano mai avvicinata. Ecco perché è sbagliato parlare di antipolitica: piuttosto i cittadini erano e sono stanchi di una politica e dei suoi apparati, che vogliono sostituire con una che proponga e rappresenti un sistema concreto di valori".

I temi toccati dal leader Pd sono quelli che del cambiamento, che guardi specialmente alle nuove generazioni, dato che gli italiani "vogliono iniziare un cammino nuovo, più razionale, più sereno, più europeo". Veltroni ribadisce che la "vocazione maggioritaria", già annunciata in tempi non sospetti nel discorso pronunciato al Lingotto dopo il risultato delle primarie, ha portato a uno piazzamento di "coloro che ancora navigano all'interno di uno schema novecentesco". Quello di cui si ha bisogno è un paese "dinamico e aperto", che si liberi dalle maglie di un conservatorismo certo di destra, ma che è appartenuto anche a una certa sinistra, tesa molto a "difendere e tutelare, ma poco a costruire i nuovi diritti che richiede una società mobile e in divenire".
Si arriva così al passaggio riguardante il precariato giovanile, di cui secondo Veltroni "per anni non si è occupato nessuno". Questa è la sfida più importante per tentare di rafforzare un sistema di rinnovamento che deve finalmente guardare alla "meritocrazia, alle pari opportunità, al talento, alle capacità individuali e collettive, alla voglia di fare". Anche se tutto questo spesso nel nostro paese non è sufficiente, perché "L'ascensore sociale si è rotto".
Le conclusioni del segretario (prima di raggiungere il Palalottomatica per il saluto ufficiale alla città di Roma dopo sette anni da primo cittadino), tornano a guardare una politica nella quale il Pd, nella sua scelta di correre "libero", è come se implicitamente avesse fatto una parte di riforma elettorale costituzionale. "Ora gli elettori, con il loro voto, possono fare la parte che resta".

Per Guglielmo Epifani, intervenuto subito dopo Veltroni, il problema centrale è comprendere come la politica viva le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro. Il segretario della Cgil ricorda quanto si stava per realizzare in accordo con il governo Prodi prima della sua caduta (compreso il superamento della Bossi-Fini), vale a dire il tavolo sulle tariffe, la restituzione fiscale, la formazione professionale, che "giustamente Veltroni ricorda che riguarda non soltanto i giovani, ma anche i cinquantenni che possono trovarsi in difficoltà da un punto di vista lavorativo, e hanno bisogno di una nuova collocazione". Naturalmente anche Epifani torna sulla "questione giovanile", sottolineando che "senza sviluppo non c'è reddito, senza crescita mancano le opportunità per le nuove generazioni; così come è obbligato tornare all'accordo del 23 luglio, per il quale anche il leader del sindacato è convito che "si doveva avere più rispetto", dato che, diffidando di chi promette tutto a tutti, ai programmi faraonici sono preferibili programmi precisi: "Non si può più predicare in un adirezione e operare verso un'altra -ammonisce Epifani-, perché proprio il referendum dei lavoratori ha dimostrato che i lavoratori, consapevoli di dover pretendere di più, comunque preferiscono piccoli passi, ma passi in avanti, e passi concreti". Scuola e formazione, legati indissolubilmente a un intervento importante nel miglioramento dei servizi pubblici, devono fornire quello scatto decisivo per "riacquistare fiducia nel futuro, e riprogettare il paese".

Di seguito ai due segretari, è Olga D'Antona a ricordare l'importanza politica di una sinistra che sappia guardare e dialogare con le innovazioni e le trasformazioni politiche e sociali che stanno attraversando l'Italia; così come Vincenzo Vita, prima delle conclusioni dello stesso Crucianelli, rivolge sinceri auguri alla Sinistra Arcobaleno, ma ritiene utile e indispensabile la ricerca di nuove soggettività a sinistra: "Una sinistra diversa, per una società che in questi ultimi anni è molto cambiata". Di qui il percorso culturale e politica della "sinistra per Veltroni", che potrebbe incontrare quello di un'associazione "Sinistra per il governo", anche se tutto è ancora da vedere.
Per il momento, è stato di certo opportuno questo dialogo su molti argomenti, dalla "centralità dei lavori", già menzionata da Epifani, all'idea di collaborare insieme per assolvere ai compiti storici della sinistra, che sono quelli di raccogliere esperienze e contraddizioni nel tentativo di trovare una sintesi produttiva. Ecco perché l'obiettivo non deve essere quello di una "corrente" dentro il Pd, quanto quello ben più importante e ambizioso di una sinistra presente nella politica e nella società come "un forza moderna e riformista".

Concetti, questi, confermati nelle conclusioni di Famiano Crucianelli, laddove si ribadisce la necessità di lavorare insieme per sconfiggere il pericolo di un ritorno della "destra-centro", attraverso la costruzione di un'associazione che guardi inoltre a una sinistra di governo, per partecipare di un progetto compiuto e ben delineato.
Nel corso della campagna elettorale, i primi passi in questa direzione potrebbero già essere avviati. Vedremo come.

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