martedì 11 dicembre 2007

Gli operai e la sinistra

Anzitutto: a partire dal sottoscritto, molti di noi sono molto fortunati ad avere un lavoro che non comporti i rischi ai quali sono sottoposti molti operai.
C'è gente che mentre lavora rischia la vita. Non soldati. C'è gente che prende 1000 euro per 30 giorni di lavoro e ognuno di quei giorni rischia di morire sul proprio posto di lavoro.
Ed è questa, prima di tutti gli altri, la nostra gente.
Questa gente merita molta più attenzione, protezione, diritti e soldi di quanti ne meritino i Veltroni o i Montezemolo di turno, anche se a scapito loro.
E quanta distanza si è creata tra la politica di palazzo e il mondo reale, la gente e i problemi veri? E quanta distanza tra questo mondo e la sinistra "istituzionale"?
Il "processo di aggregazione" della Cosa Rossa (La sinistra/l'arcobaleno) risponde a questi tragici bisogni di rappresentanza?
Non credo proprio...
In un altro momento "storico" si sarebbero permessi gli operai di fischiare il "compagno" Fuasto Bertinotti (Presidente della Camera!)? E si sindacalisti della FIOM? Se c'era qualche squinternato che ci provava veniva messo giustamente a tacere dai suoi compagni.
Queste tipo di contestazioni sono avvenute in tempi molto pericolosi.
La crisi di rappresentanza del lavoro è totale.

La Stampa - Il giorno più amaro del compagno Fausto


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